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Bambini che non dormono: cause possibili e rimedi invincibili

bambini che non dormono

L’insonnia dei bambini coinvolge 1 piccolo su 4 e spesso si protrae per periodi molto lunghi. Vediamo insieme alcune possibili cause e rimedi da adottare per combattere questo problema.

Bambini che non dormono fa rima con genitori che non sorridono: la mancanza di sonno è un problema che colpisce il 25% dei bambini sotto i 5 anni e di conseguenza i loro genitori. Se anche tu sei fra questi, capiamo bene quanto sia difficile e frustrante, soprattutto perché spesso è complesso comprenderne la causa, ammesso che ce ne sia solo una, alla base del problema. Per affrontare l’argomento dobbiamo innanzitutto fare alcune premesse.

A seconda dell’età cambia il bisogno di dormire, come i motivi dell’insonnia, quindi sappiamo che la causa di un bambino di pochi mesi che non dorme può essere la sua regolarizzazione nell’equilibrio sonno-veglia che sta prendendo piede. Mentre un bambino di qualche anno che non dorme può avere altre difficoltà, legate, spesso, a comportamenti e a uno stile di vita che è sempre più frenetico anche per i più piccoli. Basti pensare che da una ricerca condotta dalla scrittrice Eda Lashan per un libro sui bambini, risulta che nessuna delle mamme da lei intervistate che aveva avuto figli all’inizio del secolo scorso, aveva mai riscontrato problemi di questo tipo. Quindi, risulta logico pensare che uno dei principali motivi dell’insonnia infantile sia il mondo stesso in cui viviamo, la frenesia e l’esagerazione di stimoli a cui sono sottoposti i bambini di oggi. Capiamo ora insieme come varia il bisogno sonno-veglia in un bambino dalla sua nascita fino all’età scolare.

Come cambia il sonno dei bambini

Il fabbisogno di sonno nel bambino cambia moltissimo con la sua crescita, quindi è sbagliato pensare che abbia sempre la stessa necessità di dormire. Con la sua crescita il bisogno diminuisce in modo graduale e soggettivo, ma in linea generale questa è l’evoluzione:

  • un neonato dorme quasi tutto il tempo, circa 20 ore al giorno, e si sveglia praticamente solo per mangiare;
  • dai 12 mesi dorme normalmente almeno 12 ore a notte e fa due pisolini, uno al mattino e uno al pomeriggio;
  • dai 2 ai 4 anni dorme solitamente 12 ore a notte con un pisolino pomeridiano;
  • dai 5 anni in su dorme intorno alle 11-12 ore a notte e può aver bisogno o meno di un pisolino pomeridiano.

Tuttavia, ogni bambino ha delle esigenze diverse, quindi passati i 2 anni, potresti fare alcune prove vedendo se tuo figlio ha più o meno bisogno di pisolini diurni lunghi o brevi che potrebbero anche influire sul suo sonno notturno.

L’insonnia dei bambini: le possibili cause

Le cause possibili di insonnia infantile sono tantissime in quanto altrettante sono le variabili. Malattie, la crescita dei dentini e stress per eventi straordinari possono influire in modo particolare proprio sul sonno, quindi vanno sempre tenuti in conto quando si cerca di analizzare la situazione di un’insonnia infantile.

Abbiamo riassunto per te quelle che sono cause molto comuni e alcuni comportamenti da evitare.

  1. L’alterazione della produzione di melatonina e del ciclo sonno veglia: in questo caso può essere consigliabile il parere di un pediatra per l’eventuale somministrazione di melatonina (solo dall’anno in su) per periodi limitati.
  2. La voglia di coccole: il bambino non dorme e magari piange perché vuole le coccole, in modo un po’ egoistico chiede l’attenzione dei genitori, soprattutto se questi sono poco presenti durante il giorno.
  3. La noia: sembra strano, ma anche i bambini molto piccoli si annoiano e si svegliano, facendo i capricci per “intrattenersi” ed essere nuovamente al centro delle attenzioni dei genitori.
  4. La fame: soprattutto nei bimbi più piccoli, la fame è la più comune delle esigenze, non sempre realistica, ma possibile soprattutto nei primi mesi di vita.
  5. Il naso chiuso: i bambini hanno problemi di naso chiuso quanto gli adulti, solo che non comprendendone la causa spesso piangono e non riescono a riaddormentarsi.

Vediamo ora alcuni comportamenti comuni che possono causare l’insonnia infantile.

Comportamenti che peggiorano l’insonnia infantile
  • Farlo dormire nel lettone: chi non ha mai commesso questo errore scagli la prima pietra!😅 Purtroppo accade spesso ed è uno dei vizi più difficili da eliminare. Ricorda che farlo dormire nel letto, tranne qualche rara eccezione, può sembrare la soluzione a breve termine ma sicuramente non è quella a lungo termine, anzi. Il bambino che si abitua a dormire nel lettone con i genitori non impara che addormentarsi da soli è un’azione naturale e non spaventosa e non apprende quali sono i suoi spazi. Un metodo che può funzionare è promettere un premio al bambino se non va nel letto dei genitori.
  • Accendere la luce in caso di pianti e capricci. Una luce forte e luminosa sveglia ed eccita l’organismo, quindi è da evitare sempre quando c’è un risveglio notturno.
  • Allattarlo ogni volta che piange scambiando sempre l’insonnia per fame. I neonati quando piangono non lo fanno sempre per fame. Come abbiamo visto prima ci possono essere moltissime cause alternative. Allattarlo ogni volta che piange NON è la soluzione, anzi, crea uno schema ripetitivo che diventa una routine dannosa difficile da correggere.
  • Lasciarlo davanti a TV, cellulari e tablet fino a poco prima del riposo. È dannoso per gli adulti, figuriamoci per il delicato sistema dei 5 sensi del bambino. I device tecnologici sono da limitare il più possibile la sera e vanno spenti almeno 30 minuti prima della nanna.
  • Stancarlo troppo: al contrario di quanto si pensa, un bambino troppo stanco avrà più problemi ad addormentarsi. Un po’ come accade anche a noi adulti, quando siamo stanchi dormiamo volentieri, ma se lo siamo eccessivamente fatichiamo a prendere sonno. Quindi sì al riposino pomeridiano (senza esagerare) e a qualche attività che lo affatichi, ma non troppo.
Bambini che non dormono: 7 rimedi e buone abitudini

Ora che abbiamo visto i comportamenti da evitare e le cause possibili dell’insonnia infantile, vogliamo condividere con te alcuni suggerimenti pratici per provare ad educare tuo figlio al sonno.

  1. Crea un rituale sempre uguale che lo accompagni a letto, può essere la lettura di una storia o una canzone, l’importante è che sia effettuata con regolarità in modo che possa associare a quel rito il momento in cui andare a nanna. Fa in modo che duri almeno 20 minuti, e che gli permetta di scollegarsi dal caos e dagli stimoli che ha ricevuto tutta la giornata tramite i dispositivi elettronici, le persone intorno a lui e i suoi piccoli o grandi impegni. Vedila un po’ come la sua breve seduta di yoga 🧘‍♀️
  2. Rispetta un orario per la nanna, questo fa sì che anche il suo ritmo circadiano si regolarizzi e il corpo si abitui a una certa ora ad avere naturalmente sonno.
  3. Regalagli un oggetto che gli dia conforto psicologico: in gergo tecnico si chiama oggetto transazionale e serve al bambino per rassicurarlo e farlo sentire al sicuro. Può essere un peluche, una copertina, una bambola.
  4. Insegnagli ad addormentarsi da solo dopo il rituale : se non impara a farlo, si spaventerà moltissimo in caso di risveglio notturno ritrovandosi solo in una stanza senza nessun altro. Non abituarlo ad addormentarsi con te, ma stai con lui mentre si addormenta nel suo lettino rimboccandogli le coperte. Lascia che impari a non avere paura di addormentarsi da solo.
  5. Se ha una crisi di pianto o capriccio rassicuralo, ma poi esci dalla sua stanza. É importante che capisca che la sua stanzetta è il posto da associare al sonno, è sicura e non deve temere nulla.
  6. Non dargli da mangiare o bere troppo prima della nanna. Esattamente come fa male a noi adulti, una cattiva digestione non favorisce il sonno.
  7. Crea un ambiente adatto al sonno. Metti delle lucine soffuse e piacevoli nella sua cameretta, e lascia che le tenga accese finché non si sente pronto a dormire al buio.

Ora che ti abbiamo dato questi consigli, ci piacerebbe tanto sapere cosa ne pensi, se li hai sperimentati e se ne hai altri da suggerire!

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