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5 consigli per mamme che lavorano

Mamme che lavorano

Essere madri è già enormemente difficile, come si concilia con il lavoro?

Diventare genitori è, già di per sé, un’esperienza che cambia completamente le nostre vite. Si ha meno tempo per sé stessi, si sviluppa una nuova apprensione per questo essere umano che dipende da noi al 100% ed è difficile capire come gestire tutto questo continuando a portare avanti la propria vita.

Per le donne questo si amplifica enormemente in quanto sin dalla gravidanza la vita cambia e, di conseguenza, anche il rapporto con gli altri aspetti della propria esistenza. Quando poi il figlio nasce, la situazione non diventa più facile, anzi! Quindi, il ritorno alle attività di prima, lavoro in primis, diventa, spesso, un momento di grande sfida con sé stesse.

Tornare a lavorare dopo la maternità

Tornare a lavorare dopo la maternità è come un nuovo inizio per due motivi: inizia una nuova fase della propria vita come donna e come madre e, allo stesso tempo, si ritorna in un mondo che  conoscevamo prima, ma in cui ora dobbiamo rimparare a vivere. Conciliare lavoro e figli è una delle problematiche più diffuse che in Italia si esprime in un dato: il 42,6 % delle madri tra i 25 e i 54 anni non lavora. Ecco, senza calcolare chi lo fa per scelta personale (diversa dalla necessità), ciò significa che in Italia abbiamo un bel problema che riguarda le donne e il loro equilibrio tra vita lavorativa e privata. Mamme che lavorano: come conciliare figli e carriera.

Non possiamo che rimanere delusi da un Paese che non dà alle donne gli strumenti per conciliare la maternità con la propria carriera, però possiamo cercare di mettere in atto, ognuna nelle proprie possibilità, qualche utile consiglio per cercare non tanto di colmare quello che lo Stato non fa (questo purtroppo non possiamo farlo da sole), ma perlomeno per provare a vivere più serenamente questa condizione.

Parlando con madri di ogni età e professione vengono fuori delle difficoltà e degli atteggiamenti autosabotanti comuni che vorremmo sfatare e di cui vorremmo parlare. L’ obiettivo è abbattere quei pregiudizi che vogliono le madri perfette come donne che non si lamentano mai della fatica di crescere i figli e contemporaneamente portare avanti la propria vita.

Quindi abbiamo riassunto i 5 consigli che speriamo possano aiutare tutte le madri che lavorano a gestire con meno ansie questa condizione.

5 consigli per le mamme che lavorano

Non prendere questi consigli come chiavi per risolvere i problemi, perché se fosse così facile in Italia non ci sarebbero i numeri di cui abbiamo parlato sopra. Ma puoi provare a chiederti se, almeno in parte, ti stai autosabotando per colpa di stereotipi sul ruolo femminile che ci hanno propinato da sempre e che a volte, non riusciamo proprio a scardinare dalle nostre menti.

  1. Una madre che lavora insegna ai figli l’importanza dell’indipendenza e della realizzazione personale.

    Basta con l’idea che una madre che lavora è una madre egoista: una madre che lavora insegna ai figli che il lavoro fa parte della vita e può dare moltissime soddisfazioni, sia personali che professionali. Inoltre, offre come modello una donna indipendente capace di prendersi cura della famiglia anche economicamente, esattamente come un uomo: questo insegna ai figli ad avere una visione di uguali possibilità e capacità fra uomo e donna, estirpando ogni pregiudizio di genere.

  2. Quando hai meno tempo, gli dai più importanza.

    Cosa significa? Che quando non hai tutto il tempo che desideri da dedicare alle persone che ami, quel tempo diventa ancora più prezioso e, per contrasto, diventa ancora più di qualità. Infatti non è avere la madre accanto a sé tutto il tempo che serve ai figli, ma avere del tempo di qualità da condividere in cui si è totalmente presenti. La quantità non coincide con la qualità.

  3. Non avere sensi di colpa ingiustificati.

    Le donne sono spesso vittime degli stessi pregiudizi che cercano di combattere, come ad esempio il mito della “madre perfetta” che sa sempre quello che è giusto fare con i figli e che non sbaglia mai. Questo modello idealizzato va dimenticato: non avere sensi di colpa se certe volte non sai come comportarti o non sai cos’è più giusto per tuo figlio, è normale e va bene così. Non sei un robot con risposte per ogni quesito, sei una persona, che può commettere errori e avere dei momenti no. Nessun senso di colpa aiuterà né te né tuo figlio. Essere una persona normale che spiega al proprio figlio che errare è umano, invece, è un modo per lasciare un grande insegnamento di vita.

  4. Fatti aiutare, non devi fare tutto da sola.

    Quante volte hai cercato di fare tutto da sola per poi magari riuscirci ma arrivare allo stremo delle tue forze? Lavorare e crescere un figlio (o più di uno) è difficile. Innanzitutto fatti aiutare dal/la tuo/a partner e dividetevi i compiti in parti proporzionali al vostro impegno lavorativo, perché dovresti fare tutto da sola? Non lo dice proprio nessuno. Poi dalla tua famiglia, da fratelli e sorelle, amici. Chiunque ti vuole bene può aiutarti in qualche modo, anche solo con una pausa quando proprio non sai dove sbattere la testa.

  5. Prenditi del tempo per te. O meglio, non dimenticarti di te stessa.

    Quante volte avrai sentito questa frase senza darle troppo peso, e invece dovresti fare un’analisi e chiederti quand’è stata l’ultima volta in cui ti sei presa qualche ora per te. Perché prenderti del tempo non è egoismo, anzi, serve a ricaricarti e riposarti per tornare più in forma ed essere una madre e una donna migliore al lavoro e nella tua vita. Che sia una giornata di relax in cui non fai assolutamente niente, oppure un aperitivo con le amiche o una giornata alle terme, fai qualcosa per te, perché tu non esisti solo per gli altri e per i tuoi impegni. Non dimenticarlo.

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