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La sindrome dei bambini tiranni: cos’è e 10 consigli per gestirla

bambini tiranni

Bambini che pretendono e non chiedono, genitori che assecondano e non decidono: se ti suona famigliare, allora questo articolo è anche per te.

Che i bambini attraversino fasi più difficili di altre, come quella definita “terrible two” intorno ai 2 anni, fa parte della crescita e dello sviluppo da sempre. Che questa fase diventi perenne e si protragga nel tempo, diventando uno schema, invece, deve farci fermare a riflettere per comprendere costa sta accadendo.

Leggi questo articolo fino in fondo per scoprire come affrontare questo problema e scoprire i 10 consigli utili per imparare a gestirlo.

I pedagogisti la chiamano sindrome del bambino tiranno o sindrome del bambino imperatore e sembra che sia sempre più diffusa negli ultimi anni.

I cosiddetti bambini tiranni possono essere riconosciuti da alcune caratteristiche nel loro comportamento che si presentano con regolarità. Qui le principali:

  • sono molto esigenti con i genitori pretendendo e non chiedendo, tutto ciò che vogliono;
  • desiderano tutta l’attenzione per sé, dimostrando un’incapacità nella condivisione;
  • mostrano poca empatia: non pensano mai all’altro, sia esso il genitore o un amichetto;
  • non tollerano la frustrazione e il no come risposta;
  • quando non ottengono ciò che vogliono reagiscono quasi sempre con forti attacchi emotivi, sproporzionati rispetto alla questione in sé;
  • non condividono i propri giochi e le proprie cose con nessuno, nemmeno i fratelli, amici o cugini;
  • sono molto impulsivi e, a volte, aggressivi se non ottengono quello che vogliono o ricevono una risposta negativa.

La sempre maggior presenza di questi tratti comuni in molti bambini, ha fatto sì che gli studiosi si ponessero domande sulle cause e indagassero tramite ricerche e studi che hanno portato a risposte molto interessanti.

Sembra che questo fenomeno sia in aumento per due fattori principali intrinsecamente connessi tra loro: lo stile di vita e il metodo educativo dei genitori.

I bambini tiranni: le cause

Le numerose ricerche in ambito pedagogico hanno dimostrato che molteplici sono le cause alla base del fenomeno dei bambini tiranni, ma possiamo ritrovare con costanza alcune cause comuni.

Lo stile di vita e l’ambiente

Viviamo in un mondo completamente diverso rispetto a 50 anni fa, ma anche rispetto a 20 anni fa. Il consumismo si è impadronito del nostro stile di vita, facendoci diventare tutti, chi più chi meno, accumulatori compulsivi di oggetti di cui non abbiamo bisogno.

I nostri nonni crescevano, magari, con un gioco o poco più. I nostri figli hanno giochi incredibili che non sanno dove mettere e spesso addirittura se li dimenticano.

Per quanto il passaggio a una maggior ricchezza diffusa sia stato molto positivo per molti aspetti, ci sono fenomeni che sono la conseguenza diretta di tutto questo, e non sempre in positivo.

I bambini di oggi hanno già molto più di quello che gli serve prima ancora di nascere e questo, potenzialmente, crea un deficit nella loro possibilità di sognare, di desiderare qualcosa, perché ce l’hanno già.

Questo fenomeno viene anche definito come anticipazionismo e avviene quando i bisogni dei bambini vengono anticipati, spesso dai genitori o nonni, che li sommergono di regali prima ancora che vengano richiesti: in questo modo non solo i bambini non imparano ad avere desideri perché li trovano già realizzati, ma non apprendono nemmeno la speranza e l’attesa della realizzazione e la frustrazione se non riescono a ottenere ciò che vogliono.

In pratica, il genitore pensando di fare un dono al figlio, gli sta togliendo la possibilità di imparare qualcosa, gli sta sottraendo un importante insegnamento come quello dell’attesa, dello sforzo per ottenere una ricompensa e dell’apprendere ad accettare un no.

Tutto questo aumenta di molto il rischio di crescere un bambino viziato, che pensa che tutto gli sia dovuto e che non bisogna fare fatica per ottenere qualcosa. Il che favorisce comportamenti da sindrome del bambino tiranno, che possono perdurare e peggiorare con il passare del tempo.

Lo stile educativo dei genitori

Oltre allo stile di vita, è cambiata anche l’educazione da parte dei genitori.

Assistiamo sempre più spesso a genitori che non vogliono essere tali, confondendo il loro ruolo con quello dei pari.

Si è diffuso negli ultimi anni, uno stile genitoriale molto permissivo, che prevede poche regole e in cui il genitore non si prende più la responsabilità del proprio ruolo.

Una perdita nella guida della famiglia da parte dei genitori fa sì che i figli siano chiamati a decidere, anche quando non dovrebbe essere così.

Per esempio se a tuo figlio di 3 anni chiedi “dove vuoi mangiare? Sul divano o a tavola?” lo stai mettendo di fronte a una decisione che non dovrebbe prendere lui, sei tu che decidi dov’è meglio mangiare e se concedergli l’alternativa che preferisce.

Questo non significa di per sé che non debbano mai prendere decisioni, anzi, ma che tu come genitore devi dare le regole che lui deve comprendere e seguire.

Dare delle regole, infatti, non significa comandare!

Le regole servono e devono essere semplici e chiare, cosicché lui impari che nella vita, ahimè, non si può fare sempre come si vuole e che bisogna rispettare delle determinate decisioni perché permettono a tutti di vivere meglio insieme.

Un altro aspetto caratterizzante delle famiglie dei bambini tiranni è l’eccesso di attenzioni.

I nuclei famigliari ormai piccoli, con 1 o 2 figli, fanno sì che tutte le attenzioni dei genitori si concentrino sui propri figli.

Ciò contribuisce a creare bambini più egoisti ed egocentrici e i genitori e i nonni finiscono per assumere il ruolo dei maggiordomi.

Questo schema si ripete molto spesso ed è davvero deleterio se non viene fermato subito perché, crescendo, sarà sempre più difficile cambiare queste dinamiche.

Le famiglie tendono a diventare più soffocanti, sostituendosi al bambino anche quando potrebbe svolgere le attività in autonomia. Pensiamo ad esempio a una mamma che veste sempre il figlio anche se sa farlo da solo, o lo imbocca anche se è capace di mangiare in autonomia.

Tutto questo crea bambini sempre più pretenziosi e meno autonomi, che pretendono una presenza costante e un assistenzialismo ingiustificato.

10 consigli per gestire i bambini tiranni

Non esistono risposte univoche come non esistono cause univoche, ma mettere in pratica una serie di comportamenti trasversali può aiutare a interrompere questo fenomeno prima che diventi uno schema ripetuto e necessiti dell’aiuto più profondo di uno specialista.

Proviamo ora a dare una serie di consigli e suggerimenti per invertire la rotta:

  1. Stabilisci delle regole precise. L’abbiamo detto prima ed è fondamentale: i genitori e tutti gli adulti che si occupano della crescita del bambino devono stabilire delle regole comuni da far rispettare con coerenza. Ovvero, non va bene che i nonni permettano di stare davanti alla TV per tutto il pomeriggio se la regola dei genitori è di massimo 1 ora al giorno.
  2. Lasciagli autonomia. Sostituirsi al bambino in tutto quello che fa non lo aiuta, lo rende solo meno autonomo e più egoista. Lascia che sbagli, che cada e che faccia i suoi tentativi, è il più grande regalo che puoi fargli.
  3. Non essere iperprotettivə. Sicuramente una caratteristica di molti genitori di oggi, che causa moltissime insicurezze e ansie nei piccoli. Lascia che tuo figlio vada sull’altalena, vada a giocare dall’amichetto o stia una serata con la babysitter, vivere fuori dal guscio della famiglia lo aiuta a conoscere il mondo e lo rende meno ansioso ed egocentrico.
  4. Non incolpare gli altri. “La maestra è incompetente”, “É il suo amichetto che ha cominciato”, queste sono frasi che non dovresti dire mai. Smetti di incolpare tutti gli altri e riconosci quando starne fuori. Insegna a tuo figlio a prendersi la responsabilità dei suoi errori e a chiedere scusa, i bambini tiranni non ne sono capaci, ma devono essere allenati a farlo.
  5. Sii coerente. Non puoi concedere tutto un giorno e niente quello dopo, così lo confonderai e non capirà qual è la regola e come si deve fare. Mettetevi d’accordo e comunicate le regole a tutti coloro con cui passa del tempo il vostro bambino (babysitter, nonni, amici). In questo modo non potrà dire che qualcuno gli concede di più e lamentarsi.
  6. Insegnagli il senso del dovere e del NO. Dirgli sempre di sì è un contro insegnamento che aumenta la sua “tirannia” e non lo aiuterà nella vita. Insegnagli che nella vita non si ottiene sempre ciò che si vuole e che bisogna fare qualcosa per ottenere una ricompensa. Educalo al no senza imposizioni, ma con fermezza.
  7. Non lasciare che prenda decisioni che spettano a te. Tu sei il genitore e tu devi prenderti la responsabilità di decidere e di essere “quello cattivo” a volte. Sì, è uno sporco lavoro, ma qualcuno dovrà pur farlo! Essere genitori non significa essere sempre accondiscendenti, ma prendere le decisioni più giuste per il loro bene.
  8. Non proiettare le tue ansie su di lui. Questo spesso si traduce in più regali e concessioni per colmare il senso di colpa, in anticipare i desideri con cose di cui non hanno bisogno oppure nel crescerli con oppressione standogli troppo addosso. Lascialo libero di essere se stesso, di avere i propri desideri (anche se sono diversi dai tuoi) e di affrontare il mondo di cui magari avrà meno paura di quanto immagini. Potrebbe sorprenderti.
  9. Dai la giusta attenzione alle azioni sbagliate. I bambini tiranni tendono a cercare l’attenzione dei genitori in molti modi, anche facendo i capricci e azioni che sanno essere sbagliate pur di essere al centro dell’attenzione. Impara a sgridarlo con fermezza, ma anche a ignorarlo quando compie questi atti manipolatori.
  10. Fai capire chiaramente il tuo ruolo. Tu sei il genitore e il tuo compito è educarlo, fa sì che questa cosa gli sia chiara. A volte i genitori non vogliono assumere questo ruolo perché è difficile e faticoso, e preferiscono fare gli amici, trattandoli come pari. Non confondere questo atteggiamento con l’empatia, questo è una confusione di ruoli. Educare significa far capire con chiarezza insegnamenti e regole.
Conclusioni

Per capire come aiutare tuo figlio potrebbe servire, da genitore, cercare innanzitutto di dimenticare come vorresti che fosse e concentrarti su com’è realmente.

A volte, infatti, non riusciamo ad affrontare il problema perché non lo vediamo, in quanto accecati dall’idealizzazione che non ci rende obiettivi nei confronti dei nostri figli. È solo guardandolo per com’è che riusciremo a vedere di cosa ha bisogno.

Infine, se la situazione diventa ingestibile e non basta più mettere in atto questi consigli, è importante chiedere l’aiuto di un professionista prima che gli schemi si cristallizzino e diventi difficile invertire la rotta.

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